Classificazione Data Center: i Tier e la resilienza

Abbiamo recentemente affrontato il tema dei data center, spiegandone il ruolo primario per un business ormai sempre più digitalizzato. I data center sono i centri tecnologici che ospitano tutte le apparecchiature necessarie per garantire la continuità operativa del business e il funzionamento del sistema informativo aziendale nel suo complesso. In altri termini, sono i luoghi fisici che ospitano i server e tutte le altre macchine utili a governare la fornitura di servizi e l’operatività aziendale.

Data center, meglio se resiliente

I data center sono dunque alla base della continuità operativa del business. La business resilience, ovvero la capacità di operare di fronte a disruption di ogni genere e natura, dipende molto dall’operatività continua dei data center, che devono essere in grado di gestire al meglio ogni fonte di rischio.

In quanto strutture fisiche, i data center sono soggetti a potenziali eventi naturali come terremoti e alluvioni, nonché a problematiche interne come gli incendi. Più comunemente, l’operatività è minacciata da guasti alle apparecchiature, dall’interruzione dell’infrastruttura di rete, da blackout o cali di tensione a livello di fornitura energetica.

Le fonti di rischio che possono determinare un’interruzione di operatività – e quindi il blocco del business – sono moltissime, da cui l’importanza di “posizionare” la propria infrastruttura IT in data center ad alta resilienza. E questo indipendentemente dal fatto che il data center sia di proprietà o ci si avvalga di qualche forma di outsourcing, come il cloud pubblico.

Il ruolo centrale della classificazione data center

Date le premesse precedenti, emerge l’importanza della classificazione dei data center in funzione della loro resilienza rispetto a svariate fonti di rischio. Dato l’elevato grado di complessità di queste strutture, sono state redatte alcune linee guida e iter di certificazione per classificare i data center in base alle loro caratteristiche.

Non esiste un solo modello di certificazione né di classificazione data center; un eventuale confronto ne deve tener conto. In quest’ambito, un punto di riferimento è Uptime Institute, che ha creato un framework di resilienza dei data center (nonché un iter di certificazione) che distingue tra 4 livelli a seconda della disponibilità di servizio che sono in grado di assicurare e della ridondanza dell’infrastruttura: Tier I – Tier II – Tier III e Tier IV, dal livello base a quello più evoluto. A seconda delle necessità specifiche di un business e/o di uno specifico processo, sarà opportuno affidarsi a un tipo di data center piuttosto che a un altro.

Il primo livello (TIER I) ad esempio, garantisce la continuità operativa con un massimo di interruzione pari a circa 30 ore l’anno. Basti pensare a un ospedale o a una banca, per i quali un disservizio di sole due ore può causare gravi conseguenze, per capire che un TIER I non può essere adatto; società di questo tipo dovranno sicuramente affidarsi a strutture che assicurano un’alta disponibilità. Come anticipato, l’indagine andrebbe approfondita e portata a livello di processo: la stessa banca, che non può interrompere neanche per un istante i processi transazionali core (i pagamenti, ad esempio) può tranquillamente permettersi qualche minuto di downtime ogni tanto sul CRM o su un’area dipartimentale non-core. Bilanciando queste due anime, le imprese possono gestire al meglio la continuità operativa e anche tutti i costi connessi, poiché ovviamente rivolgersi a un Tier IV è più costoso rispetto a Tier I o a un data center non certificato.

Di seguito la classificazione data center secondo i livelli TIER con la relativa disponibilità di servizio garantita:

  • TIER I
    Disponibilità garantita al 99,671%. Il livello base non possiede alcun tipo di ridondanza delle infrastrutture, che si traduce in un fermo del data center per un massimo di 28,8 ore l’anno.

  • TIER II
    Disponibilità garantita al 99,741%. Il secondo livello assicura invece una ridondanza parziale dei componenti tecnologici, che significa un massimo di disservizio pari a 22 ore l’anno.

  • TIER III
    Disponibilità garantita al 99,982%. Il TIER III è già un data center di alto livello, che possiede una ridondanza N+1, per cui è possibile eseguire operazioni di manutenzione senza che sia necessario interrompere il servizio. Il massimo downtime previsto per questo livello è di 1,6 ore l’anno.

  • TIER IV
    Disponibilità garantita al 99,995%, che si traduce in un massimo di interruzione di 0,4 ore l’anno. È il data center più sicuro, con una ridondanza di N+2: assicura la disponibilità del servizio sia nel corso di operazioni di manutenzione sia nel caso di gravi guasti tecnici o incidenti.

Scegliere la resilienza “giusta” per il proprio business

Grazie alla classificazione precedente è possibile comprendere i livelli di servizio garantiti da ciascun tipo di data center e scegliere quello più adatto alle esigenze del proprio business e dei singoli processi che lo compongono.

La nostra offerta infrastrutturale consta di 7 diversi Datacenter Tier III distribuiti tra Italia ed Europa, per un livello di resilienza e ridondanza ottimale per esigenze di tipo enterprise. Scopri quindi i nostri data center e contattaci per maggiori informazioni.

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