SaaS deployment: 5 fattori per una delivery di successo

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Rispettare, e mantenere, le promesse di sfruttare o fornire applicazioni in modalità SaaS (Software as a Service), può rivelarsi molto più difficile del previsto. Dietro le prospettive di flessibilità, risparmio e sicurezza, in fase di SaaS Deployment ci sono infatti una serie di aspetti tecnici da tenere in considerazione se si vuole raggiungere gli obiettivi previsti.

Un’infrastruttura SaaS non può infatti prescindere da alcuni elementi critici, potenziali fonte di problemi. A partire dal corretto dimensionamento per l’ambiente destinato a ospitare il software, al quale sono legati costi e prestazioni, due tra gli argomenti chiave.

Gli stessi costi devono essere valutati in dettaglio. Le spese per hardware, configurazione, gestione, disponibilità e assistenza, concorrono a determinare i canoni. Sbagliare la stima in un senso o nell’altro si rivelerà presto controproducente rispetto ai benefici auspicati.

Prestazioni senza compromessi

Nonostante questo, le prestazioni, picchi di servizio compresi, devono essere garantite senza eccezioni, La scelta SaaS è guidata proprio dalla prospettiva di liberarsi da queste incombenze. È quindi impensabile lasciare cadere sul cliente scelte sbagliate. Il tutto, naturalmente corredato dai relativi livelli di sicurezza sotto ogni aspetto. Da quella contro intrusioni di ogni forma, alla disponibilità totale di backup e modalità di ripristino, gestibili in totale autonomia.

Per quanto compiti all’apparenza impegnativi, rappresentano le basi indispensabili per fornire servizi in cloud. In fase di SaaS Deployment, si può fare riferimento a cinque punti chiave, utili per mettere a punto una strategia e sviluppare processi a prova di brutte sorprese.

5 passi verso un SaaS Deployment di successo

Il filo conduttore è seguire in tutti i casi la continuità delle operazioni. Non si tratta cioè di avviare una sequenza di passaggi, ma sviluppare attività da curare in parallelo. Vediamo quali.

1. Integrazione dei processi di sviluppo

Vale a dire testare e installare regolarmente il software in più ambienti operativi, così da raccogliere maggiori riscontri e informazioni più complete. Una via per individuare più rapidamente anche errori e intervenire di conseguenza, con la tranquillità di poter distribuire effettivamente le correzioni solo nel momento in cui siano state verificate sotto ogni aspetto, senza lasciare in qualche modo all’utente in compito di fare da cavia.

2. Configurazioni hardware aggiorante

La stessa operazione deve essere condotta a livello di server. Anche le configurazioni hardware sono soggette ormai a frequenti cambiamenti, causati da semplici aggiornamenti o dall’aggiunta di nuovi moduli. Restare aggiornati, anche su quelli al momento non effettivamente utilizzati, gioca in favore di procedure meno complicate quando si parlerà di aggiornamenti.

3. Continuous deployment

Questi primi due aspetti si combinano a loro volta in un processo continuo di SaaS Deployment. Sia per il normale aggiornamento delle funzioni o delle correzioni, sia per proporre nuove funzioni, è utile prevedere un’elevata frequenza di aggiornamenti. Altrettanto importante, fissare dei punti di arrivo nei processi di sviluppo, in modo da avere sempre disponibile una versione pronta da installare.

4. CI/CD pipeline

Si arriva così a sviluppare la catena definita CI/CD. Integrazione e distribuzione continua del software si uniscono per garantire all’utente la disponibilità della versione più aggiornata e completa di un software, e allo stesso tempo la correzione degli errori rilevati durante le procedure di testing. Se bene organizzata, una procedura del genere permette di individuare gli errori per tempo, prima che si manifestino all’utente finale e capire dove sia necessario intervenire. Accelerando così anche i tempi di intervento.

5. Testing automatico

Come facile prevedere infine, i ritmi di un SaaS Deployment impostato su questi principi sono estremamente serrati. Diventa quindi importante affidarsi a un sistema di testing automatico per la ricerca dei problemi. Meglio ancora se standard, cioè non sviluppati internamente. Questo permette di appesantire meno i sistemi e al tempo stesso ottenere risultati confrontabili su una scala più ampia.

Competenze ed esperienza: il ruolo di un partner

Per quanto tutto sommato facili da inquadrare, pensare di mettere in pratica questi cinque punti in autonomia, non è necessariamente la decisione migliore. Affidarsi a esperti in materia, significa prima di tutto inquadrare al meglio lo scenario anche da una visuale indipendente. Inoltre, poter contare su competenze difficilmente presenti al proprio interno, anche solo perché fortemente specializzate. Infine, capaci di individuare le caratteristiche particolari utili a integrare una soluzione standard.

La cyber-resilienza è un modello che riunisce i processi di business continuity, pratiche di data security, resilienza organizzativa e offre una soluzione efficace e concreta al crimine informatico.

20 Gennaio 2023

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