Container Vs Virtual Machine: è vera sfida?

Si parla con sempre maggiore frequenza dei container, la tecnologia di virtualizzazione che sta prendendo velocemente piede in ambito IT, soprattutto in ottica di cloud computing.

Rimandando all’articolo introduttivo ogni considerazione di base circa i container, molti operatori si interrogano circa le differenze tra container e virtual machine, il metodo di virtualizzazione finora più utilizzato nel settore. Ci si interroga se siano davvero differenti e se i container non siano “semplice virtualizzazione”. Approfondendo, si arriva poi a contrapporle: container vs virtual machine è diventato un tema piuttosto comune.

Oggi, vedremo le principali differenze tra container e virtual machine e chiariremo ogni dubbio.

Container e Virtual Machine, quali differenze?

La tecnologia dei container può essere considerata figlia della virtualizzazione, una sorta di “nuova generazione” che introduce innovazioni importanti alla tecnica tradizionale.

La differenza principale tra le due tecnologie è che nei container non esiste l’hypervisor (cuore pulsante dell’architettura delle macchine virtuali), ma è presente un sistema che “impacchetta” le applicazioni/servizi applicativi in unità logiche indipendenti, dette appunto container. Il sistema crea un livello di astrazione fra i container e il sistema operativo ospitante e gestisce l’attivazione e la disattivazione dei contenitori.

Un’altra grande differenza è che la virtualizzazione permette di eseguire più sistemi operativi contemporaneamente in un singolo sistema, mentre i container condividono lo stesso kernel del sistema operativo e isolano i processi applicativi dal resto dell’infrastruttura.

Piuttosto che contrapporre le tecnologie, parlando di container vs macchine virtuali, esse andrebbero adottate sinergicamente, ognuna con una determinata finalità, con elementi di forza e inevitabili limiti.

I vantaggi dei container, punto per punto

Ponendoci dal punto di vista dei container, ecco i principali benefici della tecnologia.

  • Deployment semplificato: la tecnologia dei container permette di semplificare il deployment di qualsiasi applicazione poiché essa viene “impacchettata” in un singolo componente distribuibile e configurabile con una sola linea di comando, senza doversi preoccupare della configurazione dell’ambiente di esecuzione;
  • Disponibilità rapida: virtualizzando solamente il sistema operativo e le componenti necessarie all’esecuzione dell’applicazione, invece che l’intera macchina, i tempi di avvio di un container si riducono notevolmente rispetto a quelli di una virtual machine;
  • Ampia portabilità: i container possono essere creati e replicati in qualsiasi ambiente in modo semplice e veloce. Si tratta di un grande vantaggio a livello di software life cycle poiché, per esempio, i container possono essere copiati molto velocemente per creare gli ambienti di sviluppo, test e produzione senza la necessità di operare configurazioni;
  • Controllo più granulare: i container possono “pacchettizzare” un’intera applicazione ma anche solo un singolo componente e servizio. In questo modo, consentono agli sviluppatori di suddividere ulteriormente le risorse in microservizi, garantendo così un maggiore controllo sull’eseguibilità delle applicazioni e un miglioramento delle performance dell’intera infrastruttura;
  • Leggerezza: un grande punto di forza dei container è che sono molto più “leggeri” delle virtual machine perché non devono attivare un loro sistema operativo dedicato. Di conseguenza, sono molto più veloci da attivare e disattivare e ideali per quegli ambienti in cui il carico di elaborazione varia sensibilmente e in maniera imprevedibile.

Per estendere e approfondire ulteriormente la panoramica sui benefici dei container, ti indirizziamo all’articolo dedicato.

Container vs Virtual Machine: anche i container hanno dei limiti

Anche i container hanno le loro debolezze. Una di queste è rappresentata dalla difficoltà di gestione quando il numero di container diventa molto elevato. Al contrario, le virtual machine sono più semplici da amministrare perché raramente raggiungono grandi quantità, come invece può accadere facilmente con l’utilizzo dei container.

Un altro punto debole è proprio la condivisione dello stesso kernel del sistema operativo. A livello teorico, uno dei container potrebbe compromettere la stabilità del kernel, influenzando anche gli altri.

In conclusione, non c’è sfida tra i due

Per concludere possiamo dire che non si tratta di due soluzioni antitetiche: parlare di container vs virtual machine ha poco senso. A seconda dello scopo, può essere più adatta la virtualizzazione o la tecnologia dei container. Ad esempio, la leggerezza dei container si scontra con l’impossibilità di avere più sistemi operativi nello stesso sistema. Allo stesso modo, con risorse e capacità limitate, una soluzione leggera come quella dei container è sicuramente più idonea e performante rispetto a un’infrastruttura composta da virtual machine.

Al giorno d’oggi, pensare al cloud journey o alla modernizzazione applicativa senza avere a che fare con la virtualizzazione di container e virtual machine è del tutto impossibile. Tuttavia, si tratta di temi complessi, che richiedono competenze specialistiche, strumenti adeguati e una solida infrastruttura su cui lavorare. In Criticalcase, supportiamo da anni le aziende nei percorsi di modernizzazione, e abbiamo sviluppato un bouquet di servizi finalizzati a realizzare il massimo valore del cloud.

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